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Zero Waste – Quando il comune cittadino diventa un soldato dell’ecologia

in Gestione dei rifiuti by

Cosa facciamo per ridurre la nostra impronta ecologica? Sempre più persone coscienziose si pongono questa domanda. Per cercare di salvare il nostro pianeta, sempre più cittadini comuni si uniscono a un movimento ecologico internazionale, noto come “Zero Waste”.

Questo principio si propone di massimizzare il riciclaggio, minimizzare i rifiuti, ridurre i consumi e si assicura che i prodotti siano fatto per essere riutilizzati, riparati o riciclati di nuovo ‒ che sia nella natura o in un mercato. “Zero Waste” non significa necessariamente “nessun rifiuto”. Questo concetto è nato dalla Zero Waste International Alliance, un gruppo ambientalista, secondo cui smaltire il 90% dei rifiuti delle discariche senza usare inceneritori è paragonabile a non avere rifiuti.

Secondo il gruppo, “praticare lo zero-waste dovrebbe essere etico, economico, efficiente e visionario, dovrebbe guidare le persone che lo vogliono attraverso un cambiamento nel loro stile di vita e nelle loro pratiche quotidiane, che dovrebbero emulare il ciclo naturale, dove tutti i materiali di scarto diventano risorse per altri.”

Il concetto di zero-rifiuti sta guadagnando terreno in tutto il mondo.

Molti cittadini attenti all’ambiente lo hanno adottato e continuano a metterlo in pratica. Negli Stati Uniti, in Canada e persino in Cina si stanno mobilitando. Molte città hanno deciso di aderire al principio e hanno sviluppato piani “zero-rifiuti” in nome della sostenibilità.

Negli Stati Uniti, la città di Seattle ricicla o composta più della metà di quello che i suoi residenti buttano via. San Fransisco salva dalla discarica il 70% dei suoi rifiuti. E lo stesso vale per Los Angeles che ricicla o composta circa due terzi dei suoi scarti. Queste e altre città riescono ad ottenere risultati simili grazie a cittadini e imprese che smistano i rifiuti con più attenzione e riciclano gli scarti il più possibile.

Per il cittadino comune, il principio di zero-rifiuti si bassa su “5 R” – rifiuto, ritorno, riuso, recupero e riciclo. L’idea è quella di negarsi o evitare di comprare qualsiasi cosa che produce scarti e di restituire gli imballaggi. Tutto ciò che può essere riutilizzato per qualcos’altro dev’essere anche pensato per un nuovo tipo di uso.

Un esempio sono le cartucce di inchiostro che posso essere scomposte e alcune parti riutilizzate per la costruzione di nuove cartucce. Zero-rifiuti incoraggia fortemente a mettere da parte tutto ciò che può essere recuperato per essere usato di nuovo, evitando di mischiare i materiali per poterli riciclare  correttamente.

Un altro modo per recuperare risorse consiste nel “riciclo di materiali”: per costruire un oggetto si possono prendere i materiali di base scartati da altri oggetti con lo stesso hardware. Il “riciclo chimico”, invece, punta a riutilizzare un materiale dopo che è stato chimicamente modificato, mentre l’ “energy recovery” recupera energia bruciando materiali.

Una delle persone più famose ad aver adottato il concetto di zero-rifiuti è Bea Johnson. Nata in Francia, vive in California con la sua famiglia, che è stata premiata dal Telegraph come “famiglia più verde”. Come blogger e autrice di un libro sullo zero-waste, ha ispirato migliaia di persone nel mondo a seguire il suo esempio.

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